Parla il chirurgo Massimo Falconi, tra i medici dell’equipe che ha operato Fedez a seguito del tumore al pancreas.
Nelle scorse ore Fedez aveva raccontato alcuni dettagli dell’intervento subito a seguito del rilevamento di un tumore al pancreas. Informazioni che avevano fatto capire la gravità dell’operazione ma anche la fortuna che il rapper aveva avuto nell’intervenire per tempo. Adesso, quasi a voler dare ulteriore manforte a quanto detto dall’artista, ecco il il chirurgo Massimo Falconi, tra i medici dell’equipe che lo hanno operato, rivelare maggiori informazioni al Corriere della Sera riguardo quanto accaduto al cantante.
Fedez e l’intervento: parla il medico
“Pur avendo eliminato diversi organi e viscere, viene ricostruita la continuità fra i vari tubi dell’apparato digerente. E certo che si può vivere bene come Federico dimostra da splendido testimonial. È uno degli interventi più complessi, per questo servono centri e chirurghi di grande esperienza”, le parole di Falconi sulla situazione di Fedez.
L’operazione, durata sei ore complessive, prevede un monitoraggio importante e il referito istologico di cui proprio il cantante ha parlato è utile per comprendere la reazione del corpo ma soprattutto se il tumore è già andato in circolo in altre zone: “Tutte le malattie neoplastiche a potenziale aggressivo possono ‘rilasciare’ cellule neoplastiche lungo due vie, quella linfatica e quella ematica migrando nei linfonodi e/oa distanza. L’assenza di coinvolgimento linfonodale rappresenta quindi una malattia meno aggressiva o colta più precocemente”.
Un ultimo passaggio sul fatto che Fedez abbia voluto precisare di aver avuto “molto culo”. Il chirurgo ha infatti spiegato: “Alcune neoplasie, come i tumori neuroendocrini e quelle del seno, si avvalgono di un parametro prognostico aggiuntivo che può aiutarci ad interpretare l’aggressività della malattia. Attraverso una metodica particolare viene ricercata una proteina nel tessuto tumorale che si chiama Ki67 che ci dice quale sia l’indice proliferativo delle cellule neoplastiche. Si esprime in percentuale da 1 a 100 e G1 significa che la proliferazione è inferiore al 3% delle cellule neoplastiche, quindi, molto bassa”.
Di seguito un post Instagram recente del rapper che conferma come le cose siano andate piuttosto bene dopo l’operazione e i momenti difficili passati: